mercoledì 15 ottobre 2008

e venne chiamata due cuori

“…e venne chiamata due cuori” (titolo originale “Mutant message down under”) è un libro scritto da Marlo Morgan e pubblicato nel 1994. L’autrice americana ha studiato medicina ed è impegnata attivamente nel campo della prevenzione sanitaria.
La vicenda è autobiografica, nel senso che l’autrice ha voluto mettere per iscritto una storia realmente accadutale qualche anno fa e pubblicarne il messaggio che ha ricavato da questa unica (è proprio il caso di dirlo) esperienza.

La vicenda inizia quando una mattina, la protagonista viene accompagnata ad un raduno tribale di aborigeni, dove avrebbe dovuto fare il suo discorso di ringraziamento e abbuffarsi di cibarie. Ancora era all’oscuro di quello che realmente l’avrebbe aspettata. La jeep che l’avrebbe trasportata a destinazione, però, la conduce attraverso il deserto in un luogo in cui non avrebbe mai immaginato di andare: nell’Outback, ovvero una parte del deserto australiano, abitato tuttora da aborigeni. La sorpresa, o meglio, lo shock è tale che l’autrice non ha neanche il coraggio di ribadire niente e ben presto si trova vestita con abiti tipici aborigeni e con tutti i suoi soldi, gioielli e abiti bruciati in un bel falò. Ma non finisce qui, perchè praticamente è obbligata, o meglio, lei non è che si ribella più di tanto, a seguire tutta la tribù nel cuore del deserto per una passeggiatina di tre mesi!
A questo punto della storia, però, si ha un flash-back, in cui ci viene spiegato perché l’autrice si trova proprio nell’Outback. Innanzitutto, grazie al suo lavoro (qualcosa che concerne la medicina, credo), le è stata offerta l’opportunità di vivere per 5 anni in Australia. Ben presto, però, è stata colpita dall’opinione degli australiani sugli aborigeni, spesso discriminati. L’autrice si avvicina ad un gruppo di aborigeni e li introduce nel mondo del lavoro. Per questo la Morgan doveva partecipare a quell’incontro, per parlare dell’organizzazione che aveva creato e il suo successo che aveva ottenuto.
Da qui, poi si passa alla camminata nel deserto, che Marlo non si aspettava potesse durare tanto.Il punto è che lei credesse che l’esperienza non durasse più di due giorni, dato che non avevano nè provviste di cibo né di acqua, solo che, ben presto, imparerà che la Vera Gente (così sono chiamati gli aborigeni) si procura il cibo di volta in volta, cacciando le cose più inimmaginabili: serpenti, scarafaggi, formiche. Viene chiamata Mutante, per sottolineare la capacità di mutare, appunto, di aprirsi a qualcosa di completamente diverso da quello che viveva quotidianamente. Si accorge, man mano che i giorni passano, che il legame che la lega alla Vera Gente è molto forte e che la loro tribù era molto ben organizzata, ognuno aveva un proprio compito, scandito anche dai nomi che i membri decidevano di darsi: Guaritrice, Anziano, Donna dello Spirito, Fabbricatore di Utensili sono solo alcuni degli stravaganti nomi che troviamo in questo libro. Per di più, avanzando nella lettura, si vengono a scoprire alcune cose molto interessanti del modo di vivere della Vera Gente, come ad esempio il fatto che ogni membro della tribù può cambiare fino ad 8 nomi, in base al momento della sua maturazione. Infatti, gli aborigeni non sono soliti festeggiare i compleanni, ma festeggiano solamente quando una persona del gruppo diventa matura. Non c’è nessun significato a festeggiare il passare del tempo.
Altra curiosità è il fatto che queste persone siano capaci di comunicare tra loro con la telepatia (cosa tra l’altro sperimentata personalmente, ma non riuscita…) o di compiere dei veri e propri miracoli, come ad esempio la guarigione di un adulto del gruppo, che si era fratturato una caviglia.

Sinceramente, sono rimasta molto perplessa da alcune cose che ho potuto leggere e sono alquanto restia a credere a tutto quello che la protagonista ha vissuto.
Il titolo si ricollega al nome che viene affibbiato a Marlo una volta che il viaggio è stato completato: Due Cuori, uno da Mutante, uno aperto ad accogliere il messaggio della Vera Gente e a custodirlo per poterlo trasmettere, a sua volta, ad altri. Attraverso il viaggio nel deserto, Marlo ha percorso anche un viaggio di maturazione interiore, portando con sé ciò che gli aborigeni le hanno insegnato. Per questo motivo, una volta tornata alla normalità, ha deciso di tenere alcune conferenze per diffondere la volontà della Vera Gente: scomparire per sempre da questo mondo, per rinascere “…senza l’ingombro dei corpi…” in un mondo migliore, perché quello attuale si sta distruggendo, piano piano, per opera dei Mutanti e della tecnologia.
Leggendo questo libro, a volte sono rimasta un po’ perplessa, come ho già detto, riguardo la veridicità delle esperienze vissute dall’autrice. Un libro, comunque, interessante e piacevole da leggere.

Un viaggio nel cuore dell'Australia, alla ricerca delle nostre origini più spirituali, è il presupposto editoriale di ...e venne chiamata due cuori.
Un'avventura realmente vissuta dall'autrice che scopre di essere stata scelta da questa tribù di Aborigeni per diffondere nel mondo il loro messaggio d'amore. La Vera Gente ha deciso di estinguersi. Hanno deciso di condurre una vita di castità al fine di non procreare e non dare, quindi, proseguimento alla razza. Marlo Morgan, in tre mesi di vita con gli Aborigeni, impara a carpire ed apprezzare il loro mondo, fatto di piccoli gesti, ma sempre con grande rispetto per la natura e per gli uomini. Impara a vivere con ciò che offre Madre Terra, scopre il loro modo di comunicare con la telepatia, la loro medicina alternativa, la loro forza del pensiero e la loro memoria storica che riesce a ricordare eventi fino a cinquantamila anni prima (a dispetto di noi che siamo riusciti a malapena ad arrivare a quattromila anni fa, se pur con molti, grossolani errori). Un reciproco scambio d’esperienze, capendo l'inutilità e la pericolosità di molte nostre azioni quotidiane. Il nostro mondo è destinato a morire se non capiremo veramente quanto male facciamo a Lui e, di riflesso, a noi stessi.
L'autrice scopre di aver deciso molto prima di intraprendere questa avventura, in un'altra dimensione, insieme a Cigno Reale Nero.
Nascono, infatti, lo stesso giorno ed avevano programmato di ritrovarsi cinquant'anni dopo. E lei continua il viaggio intrapreso, diffondendo al mondo intero il loro messaggio spirituale, cercando di stimolare il lato positivo di tutti gli uomini.
Questo è il libro che ha lanciato Marlo Morgan ai vertici del firmamento New Age di tutto il mondo. Il secondo libro, "Il cielo, la terra e quel che sta nel mezzo", è molto più romanzato ed articolato, ma ha lo stesso scopo spirituale del primo. Io personalmente lo preferisco, mi ha donato molte più emozioni. Certo sono libri che fanno riflettere: coloro che da secoli sono considerati essere inferiori, coloro che girano nudi nel deserto cibandosi di bacche, semi ed animali crudi, sono improvvisamente messi sul piedistallo del mondo, facendoci sentire sempre più esseri che hanno perso il vero senso dell'esistenza, concependo la vita solo come una corsa verso successi venali e oggettivamente inutili.
Credo che il mondo sia arrivato al punto di doversi fermare un attimo. Sì, fermarsi e domandarsi dove sta andando. Qual è il vero scopo della nostra vita? Può essere tutto catalogato in un esasperante desiderio di possesso e successo? O forse dovremmo imparare, ancora una volta, a guardare il sorgere del sole, il nidificare di una rondine, il salto libero di un delfino felice. Credo di sì. Proviamo a ragionarci un attimino, penso che la tematica meriti un briciolo del nostro tempo.

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